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Divieto di vendere o affittare immobili a bassa efficienza energetica

Divieto di vendere o affittare immobili a bassa efficienza energetica

Divieto di vendere o affittare immobili a bassa efficienza energetica

Ne avevamo già parlato nel nostro studio di mercato dedicato agli edifici green e nel capitolo dedicato alla Valorizzazione immobiliare ed al trend residenziale 2022 relativo ai nuovi concept abitativi, ma ora la proposta di divieto di vendere o affittare immobili a bassa efficienza energetica è diventata concreta.

Il prossimo 14 dicembre tale proposta verrà presentata sul tavolo dell’Unione Europea.

Non sono ancora ben chiari i termini ed i particolari, ma il concetto pare ben chiaro: rinnovare tutto il parco immobiliare per portare gli immobili ad “emissioni zero” entro la deadline prevista per il 2050.

Una vera e propria rivoluzione Green che colpirà anche il settore immobiliare, il piano che impedirà di vendere o affittare immobili a bassa efficienza energetica, ovvero tutti quegli edifici che non rispettano gli standard minimi legati alle emissioni inquinanti.

Per mettere in atto questa complicata manovra con molta probabilità verrà chiesto ai singoli Stati di definire gli standard minimi di prestazione energetica.

 

Gli step:

Divieto di vendere o affittare immobili a bassa efficienza energetica

Con molta probabilità tutto il percorso verrà affrontato in 3 step:

  1. Entro il 2027 dovrà essere garantita la classe energetica E;
  2. Entro il 2030 dovrà essere garantita la classe energetica D;
  3. Dal 1 Gennaio 2033 la classe energetica minimadovrà essere la C.
Nel 2050 tutti gli immobili compravenduti o locati dovranno rientrare almeno in queste categorie energetiche.

A quanto pare sono previste deroghe speciali, ma limitate ad un ristretto periodo temporale, più precisamente si potrà ancora vendere o affittare il proprio immobile purché vi sia l’impegno di adeguarsi agli standard entro 3 anni dalla stipula dell’atto di vendita o contratto di locazione.

 

Il Patrimonio Immobiliare Italiano 

Considerata la vetustà del nostro patrimonio immobiliare possiamo dire con certezza che si tratta di un piano decisamente ambizioso, tenendo anche conto degli incentivi legati al Superbonus 110%, il piano di riqualificazione prevede un immenso esborso economico da parte dei proprietari. Infatti, secondo quanto appreso dai dati ENEA presentati dal Ministro dell’Economia Daniele Franco durante la conferenza sulla manovra di bilancio: “a fronte di 9,6 miliardi di lavori, gli oneri ammontano a 10,5 miliardi, e siamo allo 0,5% del patrimonio immobiliare italiano“.

 

Considerazioni: vendere o affittare immobili a bassa efficienza energetica

In prima analisi possiamo dire che tale manovra presenterà di certo alcuni vantaggi, ma anche numerosi svantaggi.

L’idea di riqualificare tutti gli immobili presenti sul territorio nazionale, anzi Europeo, pare un’idea geniale. Se dovessimo scattare una fotografia del nostro attuale patrimonio immobiliare, come sopra precisato, non possiamo proprio dire che sia conforme agli standard necessari per essere considerato “Green”, anzi, tutt’altro! Eppure sono anni che si parla di edifici sostenibili, qualità costruttiva LEED, case in legno, bioedilizia, ecc…
In quest’ottica la qualità di vita ed il senso di Wellness-living potrà soltanto migliorare nel tempo, vi sarà una scontata evoluzione delle tecniche e della qualità costruttiva, una ricerca scientifica applicata alle nuove costruzioni per essere conformi alle nuove aspettative.

Ma a quale prezzo?

Ecco il tasto dolente: come anche già recepito da Confedilizia per mezzo di un’ intervista dal Messaggero tutto ciò rischia di avere gravi ripercussioni sul mercato immobiliare e anche dal punto di vista sociale.

L’obbligo di riqualificare il patrimonio immobiliare entro una scadenza così breve fa pesare la svolta green sulle spalle dei cittadini, pur non essendo certi di contributi e sostegni dall’UE.
La domanda che ci si pone è quindi la seguente: “Quali saranno gli scenari futuri delle compravendite e locazioni?“. La risposta pare abbastanza ovvia quanto complessa: in questa fase previsionale possiamo soltanto pensare che tutti gli immobili che rispettano già questi standard saranno perfettamente allineati con il nuovo andamento di mercato, ma tutti quelli che non si adegueranno (per volontà o possibilità economiche) usciranno di fatto dal mercato vedendosi ridurre drasticamente il valore e facendo aumentare esponenzialmente i costi di acquisto e locazione per chi cerca casa.

Il Team di Luigi Ottolini è in grado di eseguire approfonditi studi ed analisi, contattaci per una consulenza o compila il form di seguito per essere ricontattato.

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